Archivio mensile:dicembre 2021
L’oro del suo verbo
Sonno profondo, buio nel buio, incoscienza…Un’immensa piazza adornata da un marmoreo tempio una luce astrale l’illumina in maniera fantasmagorica è un fulgore vivissimo ultraterreno celestiale la piazza per effetto di siffatta luce è imbevuta d’un biancore abbacinante trepidante albore che sa d’eternità sono seduta su una scalinata ed accanto a me v’è una ragazza misteriosa non riconosco il suo etereo viso eppure ella si rivolge a me con indicibile amorevolezza come se mi conoscesse da sempre i suoi capelli sono tinti d’un biondo ambrato reso ancor più chiaro dal lucore che ci pervade il suo discorso è incentrato sulla maestà dell’amore ed è adornato dall’immacolato timbro della sua voce dialoghiamo soavemente ed io sento nascere entro di me una mitezza ineffabile la sua grazia è immensa e rifulge assieme all’oro del verbo suo improvvisamente levo lo sguardo al cielo e m’accorgo che non v’è alcun astro nella volta sgomenta abbasso gli occhi incastonandoli nei suoi roventi d’inesprimibile ardore tutta la luce in verità promana da lei solamente da lei…Risveglio, dolcezza, serenità.
Saint Maud (2019)
L’inizio della pellicola ci pone dinanzi a una giovane terribilmente sola, senza occupazione, il cui unico appiglio è la fede in Dio. Dopo di che, una nuova occasione di lavoro: assistere Amanda, ex ballerina, gravemente malata. Amanda è tutto il contrario di Maud, poiché desidera trascorrere il poco tempo che le rimane nel piacere. Nonostante tanta differenza, tra di loro scatterà qualcosa di profondo, ma purtroppo i diversi intenti…Il prosieguo ve lo risparmio, ovviamente. Saint Maud, narra una caduta inarrestabile, visionaria e struggente, che ci lascerà senza parole.
Dark water (2002)
Roadgames (1981)
Il bacio della pantera (1942)
Capolavoro dal ritmo perfetto, inappuntabile; la storia d’amore, l’ordinario e le ferine mutazioni, s’alternano in modo magistrale, generando, in tal modo, emozioni senza sosta. Le scene notturne, girate con rara maestria, ammaliano ed angustiano, al contempo. Il remake non regge il confronto, nonostante la presenza dell’affascinante Nastassja Kinski.
Quella villa accanto al cimitero (1981)
Pochi mezzi economici? Nessuna paura, poiché contano ben poco, quando dietro alla macchina da presa ci sono maestri del calibro di Lucio Fulci; eloquenti primi piani di sguardi, espressioni sbigottite e rumori inquietanti, inseriti nel contesto ansiogeno della casa, costituiscono la base dell’opera. Dopo di che, tanto mistero, apparizioni funeste e scene surreali. Cult.