Vanya sulla 42ª strada (1994)

Il film s’apre con gli attori che entrano in scena senza costumi, dialogando tra di loro. La realtà, piano piano, cederà il posto alla piece teatrale, ovvero Zio Vania, di Anton Cechov.
Louis Malle confeziona una pellicola degna di nota, impreziosita dalla prestazione di Julianne Moore, nel ruolo di Elena. Intenso.

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Il cielo sopra Berlino (1987)

Una pietra miliare del cinema moderno: due angeli sono in grado di percepire i pensieri degli umani, ma l’impossibilità di stabilire un contatto autentico, del corpo e del cuore, li affligge terribilmente ed allora…Sublime, infine, la trapezista; solitaria beltà, immersa nelle sue elucubrazioni, asperse di malinconia. Indimenticabile.

Wings of Desire (1986/87)

L’ultimo uomo sulla terra (1964)

L’ultimo uomo sulla terra, girato in una Roma desolata e sepolcrale, è un’opera in cui l’aspetto psicologico prevale, recisamente, sull’azione. Da qui il dramma della turpe solitudine, del tenersi in vita ed arrivare a completare l’ennesimo “giro”, fino a che…Un doveroso plauso, infine, alla strabiliante prova di Vincent Price. Visione altamente raccomandata.

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All’amore e alla luce

Tutto brilla, tutto è gaudente e il guardo nostro rifulge nell’aurora. Amorevolmente candide, sempre smaniose di baci ed abbracci, anche tra rovi impertinenti e casolari diroccati. Sempiternamente, sapremo trovare la nostra via, quindi tutto sarà lieto ed ogni cosa diverrà una melodia intangibile, ma esistente. Le iridi affisseranno nuove albe e i pensieri diverranno, per incanto, leggiadri, poiché il mattino ci sorriderà teneramente. Ogni malinconica rimembranza rigetteremo e nell’aria tepida e corruscante, diverremo un riflesso dell’infinito. Esauste, ma felici, ci riposeremo tra le fronde, sorridendo all’amore e alla luce.

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Camper killer (2018)

L’inizio m’ha fatto pensare a Christine – La macchina infernale, in versione camper, ovviamente con una distanza d’anni luce dal capolavoro di Carpenter. Cammin facendo, le cose prenderanno una piega diversa ed entrerà in ballo dell’altro. La pellicola, nonostante numerosi inciampi, riesce ad infastidire, angosciare, discretamente, grazie anche all’ambientazione desertica e al sinistro camper. Sufficienza risicata.

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L’esperimento del dottor K. (1958)

L’esperimento del dottor K. è un autentico capolavoro, con richiami kafkiani ed almeno due o tre scene, assolutamente geniali. Il film scorre alla grande e lo stile anni cinquanta gli dona un fascino ulteriore; l’eleganza della casa, il ridente giardino, nonché la finezza dei tanti particolari, uniti alla travagliata bellezza della moglie Hélène, fanno da perfetto contraltare alla vicenda centrale, assai cupa ed inquietante.

P.s. Il remake, diretto da Cronenberg? Ottimo, certo, ma questo è l’originale, in tutto e per tutto…

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Turistas (2006)

Non rappresenta lo stato dell’arte del genere, però intrattiene discretamente; l’inizio non è entusiasmante, ma la seconda parte convince pienamente, grazie alle sapienti riprese, il contesto inquietante, aggravato dalle paure dei protagonisti e l’ottimo ritmo. Sufficienza piena.

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Il giardino delle vergini suicide (1999)

Cinque sorelle, affascinanti, intelligenti e sensibili, incredibilmente legate tra di loro, sono soffocate da una madre autoritaria, ottusa e da un padre anodino, chiuso in un mondo tutto suo. La morte della sorella minore, darà il via a una serie di eventi che porteranno le sorelle a…L’eccellente esordio di Sofia Coppola, tratto da una storia vera, colpisce con vigore, lasciandoci in preda a un profluvio d’emozioni, dalle tinte inesorabilmente fosche. Amaramente eccelso.

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