L’affannosa ricerca, da parte di un padre, della figlia scomparsa misteriosamente. Thriller avvincente e originale, poiché lo scenario, per gran parte del film, è costituito da due schermi, ovvero il pc del padre e quello della figlia. La pellicola, inoltre, non si limita alla storia, all’indagine, ma offre parecchi spunti, temi, su cui riflettere. Ottimo.
Un viaggio, lungo e sofferto, come il giovane protagonista. Un atto di ribellione verso la famiglia e una società senz’anima. Un’immersione nella natura che è anche un inoltrarsi nei meandri del proprio Sé. Imperdibile.
La ricetta per preparare un film leggendario? Due candidi sposini, cotti a fuoco lento, in un palazzo dall’atmosfera cupa, angosciante. Il contorno? Una coppia di vicini, sinistri e grotteschi, ben rosolati. Buon appetito.
Alicia, una ragazza ipersensibile e fragile, raggiunge la cugina in Cile. Il preesistente disagio interiore di Alicia, verrà attaccato, in modo virulento, dal paesaggio esotico e da tutta una serie di eventi che porteranno ad un finale di forte impatto. Magic Magic, in estrema sintesi, è un’opera che s’inoltra nei meandri della psiche, sospesa ed angosciante, con Juno Temple che non delude le aspettative. Ansiogeno.
Il fulcro del film: la sofferenza e le paure di Yuma, ma anche tutto il suo coraggio, la sua forza di volontà; l’immane desiderio di sentirsi viva, di scoprire il mondo e le sue radici…37 seconds è un profluvio d’emozioni, dall’inizio alla fine, perciò aprite il vostro canale empatico e sintonizzatevi su Yuma. Fragilmente forte.
Gwyneth Paltrow ce la mette tutta, ma la pellicola non riesce a rendere, in tutto e per tutto, la tormentata genialità di Sylvia Plath. Comunque è l’unico film su Sylvia, quindi…Discreto.
Il film s’apre con gli attori che entrano in scena senza costumi, dialogando tra di loro. La realtà, piano piano, cederà il posto alla piece teatrale, ovvero Zio Vania, di Anton Cechov.
Louis Malle confeziona una pellicola degna di nota, impreziosita dalla prestazione di Julianne Moore, nel ruolo di Elena. Intenso.
Una pietra miliare del cinema moderno: due angeli sono in grado di percepire i pensieri degli umani, ma l’impossibilità di stabilire un contatto autentico, del corpo e del cuore, li affligge terribilmente ed allora…Sublime, infine, la trapezista; solitaria beltà, immersa nelle sue elucubrazioni, asperse di malinconia. Indimenticabile.
L’ultimo uomo sulla terra, girato in una Roma desolata e sepolcrale, è un’opera in cui l’aspetto psicologico prevale, recisamente, sull’azione. Da qui il dramma della turpe solitudine, del tenersi in vita ed arrivare a completare l’ennesimo “giro”, fino a che…Un doveroso plauso, infine, alla strabiliante prova di Vincent Price. Visione altamente raccomandata.
Raggiunge il suo scopo, ovvero intrattenere, senza sovraccaricare la psiche. film siffatti, in certi momenti dell’esistenza, vanno più che bene. Passabile.