Mustang (2015)

E’ innegabile il filo che lega Mustang al bellissimo Il giardino delle vergini suicide e quest’opera, proveniente dalla Turchia, ne esce a testa alta. Dotato di grande ritmo, energia, trama coinvolgente e temi scottanti, come fondamentalismo e condizione femminile, lascerà il segno. Un doveroso plauso, per finire, alle giovani protagoniste. Fondamentale.

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Kamikaze girls (2004)

Kamikaze girls vede come protagoniste Momoko e Ichigo, diversissime in tutto e per tutto (Momoko è romantica, amante della moda, mentre Ichigo è tosta e pugnace). Film originalissimo, divertente, impregnato di colori come pochi, con chiari riferimenti al genere Manga. In definitiva, questa pellicola è più unica che rara e loro due sono talmente straordinarie che difficilmente le dimenticheremo.

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Febbre

Sto passeggiando in questo selva, nel meriggio, senza che nessuno mi veda,
persa nei miei ricordi, nel mio sentire. E’ novembre, gli alberi sono spogli, l’aria
ghiacciata e i prati ammantati di brina. Io, la silenziosa, sto percorrendo questi
sentieri brumosi, avvolta in nereggianti drappi. Sto respirando intensamente, un
algido soffio mi penetra e brividi, fulminei, mi trafiggono. Le miei iridi d’ebano rimirano gli alberi scheletriti, le foglie morte e il grigiore perlaceo del cielo. Mi sto perdendo, è tutto un deserto, nessuno mi viene incontro, ma io preferisco così. L’aria gelata, l’aria ghiaccia che sferza il mio viso, mi frusta, quasi come una lama affilata sulla mia pelle. Meriggio uggioso, silente e crudo. Tutto, in lontananza, è indistinto, sfumato e mi sembra d’essere avvolta in un incubo, d’esser preda d’un incubo imponderabile. I miei pensieri corrono veloci, spazzati da una corrente interiore, ma non un alito di vento anima questo spoglio paesaggio. Nevicherà? Non ho risposta. Mi sento avvampare, sono tutta un ardere, forse ho la febbre; si, la febbre. Vorrei ascoltare il mio cuore, vorrei prestare attenzione ad esso, ma non so, forse ne ho timore. Ascolta, Elena, ascolta e non aver timore dei tuoi sentimenti, delle tue emozioni. Qualcosa mi sta spingendo, mi sta afferrando, pressando. Si, l’avverto chiaramente, nitidamente, questa oppressione. Da settimane è così, costantemente così. E’ un maroso
implacabile, un maroso che solca un oceano sconfinato ed io sono aggrappata a questo flutto, disperatamente aggrappata, mio malgrado. Conosco perfettamente il suo tendere e dove s’infrangerà. S’infrangerà mai su quella sponda? No, si schianterà solo dentro di me, inghiottendomi. La nebbia s’è diradata, ma il cielo è ancora tutto denso di un color madreperla. Io conosco il nome di quell’approdo,certo che lo conosco, fin troppo bene lo conosco. Sepolcrale Elena, la tua onda ti trascinerà solamente nelle profondità dell’oceano, solamente questo, come sempre. Questo bosco sembra senza fine, mi sembra di essere in cammino da ore, da giorni, da tutta una vita. La febbre; la febbre sta salendo, sicuramente sta salendo. Dove sono, dove? Tutto m’avvolge, ma è senza vita, spento. Autunno avanzato, m’attende l’inverno, il declino. L’amore mi debilita, mi consuma? Si, mi consuma, come legna crepitante al fuoco. L’amore, per me? Slanci altissimi e rovinose cadute. Io, l’eterna malinconica, l’affranta. Io, nella luce per pochi istanti
e poi, implacabilmente, nell’abissale terra convulsa. Io, addobbata di nero,
eternamente crepuscolare. Dovrei ritornare a casa, ma non so, non so. La febbre mi sta corrodendo, la febbre. Nessuno, non c’è proprio nessuno quest’oggi, solo alberi spettrali e un cielo d’acciaio. Mi sono persa, smarrita? No, impossibile, impossibile. Non m’interessa, devo solo andare, camminare, camminare. Cosa
mi sta spingendo? L’onda, la febbre? Di nuovo la bruma, ora non si vede quasi
piu’ nulla, piu’ nulla. E’ ora che io mi fermi, sono esausta. Una panchina
dissestata, ecco mi riposerò qui. L’amore è un frangente, a volte tutta adornato di
candida schiuma, altre volte tutto bigio di dolore. La tristezza, ancora, ancora.
Sono sfinita, spossata dalla lunghissima passeggiata e dalla consunzione. Devo
riprendermi, non voglio crollare in questa nebbia novembrina. No, non voglio, non voglio. Sonno, ho tanto sonno, ma non devo abbandonarmi, non qui, non adesso. Cedere, cedere all’oblio, ad un sonno senza sogni, senza nulla di nulla. Chiudere gli occhi, per non riaprirli mai più. Tutto mi sta abbandonando, non ho più pensieri, solo sopore. Scenderò, scenderò, m’inabisserò, già so che
m’inabisserò. Lasciatemi dormire, vi scongiuro. Via, via da me queste lacrime.
Una voce, sento una voce, poco distante da me. Sarà il delirio o no? No, forse
no, no. Una voce, una speranza? Un’oscura figura mi sta venendo incontro. No, non è il tormento, è realtà. Si, qualcuno, qualcuno: signorina, si sente male, ha bisogno d’aiuto? Luna, silenzio, tenebra.

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Little sister (2016)

Meravigliosa pellicola sul legame tra quattro sorelle. Quest’opera squisita, intrisa di nipponica gentilezza e delicatezza, ci offre un rapinoso affresco sulla sorellanza, ove ogni minuto è in grado di dispensare una perla…I momenti luttuosi e i contrasti, non guasteranno la sua essenza, il suo essere un autentico balsamo per l’anima, poiché il loro cuore, subitamente…Sublime.

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In the mood for love (2000)

Che dire, riguardo a questa perla di Wong Kar-wai? Sublime, in grado di riempire il cuore del sentimento più puro, elevato e di colmare l’anima di sogni emozionanti, donandole ali sfavillanti, capaci di tendere a un firmamento, cosparso d’una passione corruscante, nostalgicamente ardente. Ritroveremo un tenue soffio di tutto ciò? Si, in 2046…Raffinatezza, in purezza.

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The dead – Gente di Dublino (1987)

Impeccabile trasposizione cinematografica, da parte di John Huston, di uno dei racconti dei Dubliners, di James Joyce. The Dead, ultima pellicola di Huston, suona quasi come un epitaffio da parte sua. I ricordi imbevono la prima parte dell’opera, ma un afflato ferale cova nel profondo e nella parte finale…Superba, infine, la prova di Anjelica Huston. Eccelso.

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Memorie di una geisha (2005)

Memorie di una geisha, tratto dall’omonimo romanzo di Arthur Golden, è un film che incanta ed appassiona, sin dall’inizio. Le geishe, donne raffinatissime, versate nelle arti  ed abilissime intrattenitrici, fanno parte dell’affascinante tradizione nipponica. Le Geishe resistono ancora a Kyoto e in misura minore, a Kanazawa e Tokyo. Film da non perdere, dunque, nonostante alcuni errori  e la presenza di attrici cinesi. Avvolgente.

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La casa delle bambole – Ghostland (2018)

L’inizio è abbastanza classico: una vecchia casa, ereditata dalla madre di due ragazze, estremamente diverse; da una parte, Beth, introversa, creativa e dall’altra, Vera, supponente e scontrosa…All’improvviso, una truce esperienza, segnerà le loro esistenze, angosciando, non poco, noi spettatori. Passeranno gli anni e…Ghostland  è una pellicola inquietante, surreale, a tratti
grottesca, ben attenta a delineare la psicologia delle sorelle, scavando nel loro profondo. L’atmosfera sinistra, che impregna la casa, completa il tutto. Lo consiglio, ma solo se si ama il genere.

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